L’ATLANTIDE ITALIANA
Ma lo sapevate che anche in Italia abbiamo una Atlantide?
Proprio così: esiste una città sommersa, come la leggendaria Atlantide, proprio a casa nostra e ad appena 5m sotto il livello del mare. Si tratta della città di Baia, situata qualche chilometro a nord-ovest di Pozzuoli, vicino a Napoli, nella zona chiamata Campi Flegrei.
Campi Flegrei (dal
greco ”Campi Ardenti”) è un’area di origine vulcanica. Si tratta di una grande caldera
in stato di quiescenza, dove si trovano numerosi crateri, piccoli edifici
vulcanici e zone soggette ad un vulcanismo di tipo secondario (fumarole,
sorgenti termali, bradisismo...).
Data la presenza nell’area
di numerose sorgenti termali, la città di Baia, nel I secolo a.C. ed anche successivamente nel I e II secolo d.C.,
era una rinomatissima stazione climatica e balneare, la prediletta dalla
nobiltà romana (in seguito il titolo è passato al Lido di Ostia). Perfino
l’Imperatore Claudio si era fatto costruire una villa a Baia.
Da non dimenticare che la
Fiaccola Olimpica, nel cammino da Olimpia a Roma, transitava proprio per le
strade della città.
A quell’epoca era molto “in” avere la villa
sul Lago Baiano e molte di queste ville avevano il loro impianto termale
privato. Naturalmente c’era anche quello
pubblico, che è attualmente visitabile perché non sommerso. La città era
dotata, inoltre, di un porto commerciale, il Portus Julius, i cui resti sono
visibili ad una profondità di 3-5 metri.
La zona era altresì famosa
per il porto militare, che si trovava a Capo Miseno, la punta più occidentale del
golfo, storica sede della flotta imperiale.
Ma perché Baia è
sprofondata? A causa del bradisismo.
In origine la città sorgeva intorno alle rive del Lacus Baianus, ma a causa del fenomeno vulcanico detto bradisismo, la parte anteriore della costa lacustre, quella rivolta verso il mare, è progressivamente sprofondata, fino a che le acque del lago e quelle del mare non si sono incontrate, sommergendo del tutto ville, porto e strade.
Non e stato una specie di inondazione, ma un lento, lentissimo innalzamento del
livello del mare, non percettibile di giorno in giorno ma di secolo in secolo.
Anche la sponda opposta è
sprofondata, tanto da sommergere i primi piani delle ville più avanzate,
infatti dal mare si possono vedere vestigia di ville romane che spuntano
dall’acqua, ma ciò che si vede non sono che gli ultimi piani degli edifici.
L’area marina prospiciente
è tutta area protetta, non navigabile, con divieto di pesca e balneazione. Vi
si possono fare immersioni e snorkeling appoggiandosi a diving clubs, oppure
privatamente, previo consenso della soprintendenza ai beni archeologici.
In alternativa è possibile
effettuare la visita a bordo del battello Cymba. Un’imbarcazione che permette
di ospitare nella propria parte inferiore una ventina di persone. Queste
possono vedere, relativamente da vicino, il sito sommerso attraverso dei
finestrini posizionati lungo la chiglia.
L’attrattiva e l’estremo
interesse del parco non sono solo da un punto di vista archeologico, ma anche naturalistico,
perché le continue fuoriuscite gassose del fondale vulcanico hanno dato vita ad
ecosistemi di pregio come il fondale a precoralligeno e comunità di fanerogame marine.