UN WEEK END INSOLITO
Uno dei classici della letteratura, che sicuramente molti conoscono è “Tre uomini in barca(per tacer del cane)”, un divertente romanzo ambientato nell’Inghilterra della seconda metà del 1800, nel quale l’autore racconta di una crociera fluviale, fatta sul Tamigi, insieme ai suoi amici e al suo cane.
Ma se fossero vissuti ai nostri giorni, come avrebbero organizzato la loro crociera fluviale?
Probabilmente avrebbero avuto a disposizione solo un week
end e non una settimana, come nel romanzo.
Sicuramente gli sarebbe stato consigliato da amici e amici di amici
(conosciuti su Facebook) di visitare la Bretagna e quindi avrebbero deciso di
vivere un week end nella natura, noleggiando una boat house.
Favoriti dal fatto che la Bretagna è facilmente raggiungibile in treno o in aereo, avrebbero raggiunto Redon in treno. Ma solo 2 di loro, il terzo, che non poteva lasciare l’ufficio prima di una certa ora, sarebbe arrivato in aereo fino a Rennes per poi andare in stazione e prendere il treno per Redon, insieme agli altri.
Poiché le boat houses più piccole possono ospitare fino a 6 persone, i nostri 3 protagonisti avrebbero certamente esteso l’invito ad altri loro amici o parenti per poter condividere il divertimento e la spesa del noleggio.
Questi ultimi, aggiunti all’ultimo minuto,forse non avrebbero potuto trovare posto sull’aereo per Rennes, ma avrebbero comunque preso un aereo per Nantes, e da lì il treno per Redon.
Da Redon , dopo aver visitato le Musée de la Batellerie, e l’Abbazia di Saint Sauveur e aver a passeggiato per il porto marittimo, avrebbero preso il battello e poi fatto tappa a Glénac , dove avrebbero noleggiato delle bici per raggiungere L’Ile Aux Piedes per andare in canoa, fare un picnic oppure una scalata.
Magari sarebbero poi andati a Saint
Vincent-sur- Oust dal quale avrebbero potuto fare una bella cavalcata fino a La Gacilly per il Festival della fotografia “Popoli e Natura”.
Poi sarebbero sicuramente andati a Malestroit detta anche “La Perla dell’Oust”, con il suo caratteristico centro storico medievale, le sue architetture gotiche e rinascimentali e la celebre chiesa di Saint-Gilles con notevoli sculture romane.
Naturalmente avrebbero fatto anche un salto a Saint Marcel per vedere il castello feudale fortificato. Sulla via del ritorno verso Redon avrebbero fatto delle soste senz’ altro a Saint-Laurent-sur- Oust, per fare un po’ di trekking
e poi anche a Pont d’Oust
per usufruire degli intrattenimenti sportivi oppure per andare a vedere la vicina Peillac, una piccola e fiera cittadina di origini gallico-romane
Giunti infine a Redon, sarebbero sbarcati, avrebbero riconsegnato l’imbarcazione e sarebbero tornati alle loro case e alla loro routine. In parte con un po’ di mestizia, per il fatto di dover tornare ai loro doveri, ma anche con l’allegria contagiosa che, il sano divertimento dei giorni passati e dell’avventura condivisa, avrebbe loro procurato.
Si sarebbero sentiti arricchiti e ristorati da questa breve vacanza e soprattutto non si sarebbero stancati a remare controcorrente, come nel romanzo, invece, avveniva.
Ma proviamo ad immaginare come si sarebbe svolta la loro crociera …
A Redon, una volta preso possesso battello e stivati i bagagli, sarebbero andati ad acquistare le provviste. Poi alcuni di loro si sarebbero fatti tentare dalla visita al Musée de la Batellerie, un’esposizione permanente di oggetti e documenti storici. Qualcun altro avrebbe preferito visitare l’Abbazia di Saint Sauveur, una delle più importanti chiese medievali della Bretagna, e il suo caratteristico chiostro gotico.
Dopo una passeggiata nell’affascinante ed austero porto marittimo di Redon, sarebbero sorte questioni su dove mangiare: ci sarebbe stato chi avrebbe optato per un certo ristorantino caratteristico in cui Maître Cuisinier ha creato 30 anni fa, la sua celebre terrina di pollame alle castagne e in cui fanno anche della crème brûlée al fiore di avena e marroni canditi, oppure lucioperca in abito verde per non parlare dei dadi di capesante e castagne al burro bianco.
Qualcun altro avrebbe preferito una creperie molto rinomata che fa crepes per tutti i gusti, roba da veri buongustai, ma anche zuppe e insalatone molto fantasiose. Ma ci sarebbe stato senz’altro chi avrebbe lanciato la proposta di un pic nic alla Croix des Marins, che si trova proprio all’incrocio tra il Canal de Nantes a Brest e La Vilaine. E’ una deliziosa area attrezzata, con possibilità di passeggiate.
Risolto il problema della cena avrebbero girellato ancora un po’ per la città e poi sarebbero saliti a bordo per pernottare. Cullati dallo sciacquio del canale e dal verso degli uccelli notturni, si sarebbero addormentati come bambini, per poi risvegliarsi freschi e riposati il mattino dopo.
Sarebbero partiti di buon ora per arrivare in mattinata a Glénac.
Lì, dopo aver gettato l’ancora al porto, alcuni di loro avrebbero noleggiato una bici per andare a L’Ile Aux Piedes, noleggiare delle canoe e farsi una bella remata. Poi, per concludere degnamente la mattinata, un sontuoso pic-nic nell’area attrezzata, ai piedi di uno sperone roccioso, dal quale partono sentieri per passeggiate , ma che è anche un punto di partenza per le scalate.
Invece i più intraprendenti sarebbero andati in bici a Saint Vincent-sur- Oust, e si sarebbero precipitati al maneggio, avrebbero preso dei cavalli e fatto una cavalcata lungo l’Aff, un fiume minore affluente del Canal, fino a La Gacilly, il paese natale di Yves Rocher (il fondatore della cosmetica vegetale).
A La Galcilly durante l’estate si tiene il Festival della fotografia “Popoli e Natura” durante in quale si possono ammirare, lungo tutte le pareti del paese, delle fotografie a tema in formato grande. E giacchè c'erano, perché non visitare anche il giardino botanico, che si trova lì vicino?
Per il pranzo avrebbero potuto sperimentare una promettente crêperia artigianale in cui fanno, oltre a delle golosissime samosa di crêpes o di focacce, anche la focaccia Goret, ai piedi di maiale alla griglia, oppure la focaccia con formaggio, burro ed erba cipollina e, dulcis in fundo… focaccia di filetto d’anatra in salsa di foie gras accompagnata da un gratin dauphinois... Per dessert avrebbero gustato delle crêpe “alla gavottes” con crema inglese e frutti di bosco.
Nel pomeriggio si sarebbero ritrovati tutti al porto di Glénac per ripartire alla volta di Malestroit. Un ridente paesino noto anche come “La Perla dell’Oust”(Oust è il nome che il fiume prende in quel tratto), caratterizzato da un centro storico medievale, con costruzioni sia gotiche che rinascimentali, per non parlare delle notevoli sculture romane, della chiesa di Saint-Gilles.
Venendo a conoscenza che la città, un tempo, era stata una roccaforte, alcuni di loro avrebbero senz’altro insistito per andare a vedere il castello feudale fortificato, che si trova nella vicina Saint Marcel e così avrebbero noleggiato una bicicletta per raggiungerlo, mentre gli altri, meno entusiasti del feudalesimo, ma più propensi allo sport sarebbero rimasti a Malestroit e avrebbero noleggiato delle canoe, o fatto del trekking o delle passeggiate in bici lungo sentieri dedicati.
Ritornando verso Redon, si sarebbero fermati senz’altro a Saint-Laurent-sur- Oust, per fare un po’ di trekking oppure a Saint Congard per visitare un castello. E passando per la Chiusa di Guélin, vicino a Saint Martin, avrebbero sospirato di piacere ammirando lo splendido paesaggio circostante la chiusa, tutto fiorito e pieno di alberi di ogni tipo.
E qualcuno avrebbe insistito anche per fermarsi nei pressi di Pont d’Oust, per andare a vedere la vicina Peillac, una piccola e fiera cittadina di origini gallico-romane, nella quale sono ancora visibili stele celtiche, per poi usufruire degli intrattenimenti sportivi di Pont d’Oust, come la piscina, il minigolf, il noleggio canoe eccetera.
Sarebbero, infine, sbarcati a Redon in tempo per riprendere il treno che li avrebbe riportati alle loro abitazioni.
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